Nel profondo dell’Amazzonia

Nel 2013 intrapresi un viaggio che mi cambiò la vita.

Nel profondo dell’Amazzonia, arrivai da una piccola tribù di indios che vivono lottando ogni giorno per mantenere le proprie abitudini e la loro fertile terra.

La prima sera trascorsa dormendo in un’amaca, sotto le stelle, non la dimenticherò mai.

Così come non dimenticherò mai il colore delle case di legno al riverbero del fuoco – unica luce dopo le 9 di sera, quando si spengono i generatori.
O il potentissimo sorriso dei bambini curiosi.

Ma se dovessi portare con me un ricordo, solo uno di quel viaggio, sarebbe quello della mattina prima di scattare questa foto, giorno dell’addio ai Tembé.

Quando mi tatuarono con una tintura rituale ottenuta da piante dell’Amazzonia.
Mentre uno strano strumento di legno graffiava la mia pelle domandai alle ragazze del villaggio, in un portoghese assai incerto, come fossero sicure di aver scelto le piante giuste, e che la miscela non avrebbe fatto male alla mia delicata e bianchissima pelle.

Mi guardarono con stupore e un po’ di scherno, poi si girarono verso la foresta e indicarono gli alberi. “Ci hanno insegnato loro”.

Povera occidentale ignorante, forte dei miei castelli di carta.

Capii che mai, vivendo in una comoda casa con letto e cucina, avrei potuto veramente afferrare quel mondo.

In quel momento appresi l’umiltà.

Piccoli passi di una Donna in Cammino.

“Tutti le piante sono nostri fratelli e sorelle. Esse parlano con noi e se ascoltiamo siamo in grado di sentirle.”

proverbio della tribù degli Arapaho

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Grazie di Cuore.

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