Quattro motivi per cui un incantesimo non funziona

Ti sei svegliata alle tre di notte di mercoledì per beccare la giusta congiungenza astrale.
Hai fatto delle abluzioni con infuso di artemisia per purificarti prima del rituale.
Hai invocato il fuoco, l’acqua, la terra, l’aria e ne hai sentito la presenza.
Hai scandito il tuo proposito chiaramente e seguito alla lettera la ritualistica annotata in quel libro delle ombre così antico che conservi.

Eppure, niente. A distanza di tempo, il tuo tentativo si è rivelato un buco nell’acqua, un fiasco totale.

Perché?

Ci sono molti motivi per cui un incantesimo può non rispondere alle tue aspettative.
Eccone alcuni.

  • Lo hai fatto male.

    Pensavi a La Casa di Carta mentre caricavi l’incenso: il ragazzo ha potenzialità, ma non si applica. Ritenta con più concentrazione.

    Attenzione: non si tratta di trovare la formula magica di centomila anni fa da recitare mentre fai il bagno nelle interiora di pecora. Si tratta di dare un senso alla ritualità che hai messo in atto, trasferendo alla preparazione (o al rituale stesso, se stai operando senza alcun tipo di strumento) il tuo proposito. Un po’ come mettere in fila delle parole sparse per creare una frase che esprima il concetto che hai in mente. 

  • Funziona, ma non nella maniera (e nei tempi) in cui ti aspetti tu.

A me è capitato più volte di lanciare incantesimi e pensare di non averli fatti bene, perché non si verificava niente. Oppure, che facessero fin troppo effetto – ma in modo diverso da quanto preventivato.

Qualche anno fa, ero in crisi con il mio ragazzo dell’epoca. Sentivo di essere ad un bivio, la mia intuizione mi stava suggerendo qualcosa. Pregai gli Elementi di indicarmi la strada da percorrere, sperando così di trovare un modo per rinsaldare la nostra relazione. Quel giorno stesso, a una lettura di Tarocchi, incontrai l’uomo che è diventato mio marito.  Quando fai un incantesimo, assicurati che il il proposito che vai ad esprimere rispecchi il tuo vero desiderio. Altrimenti potresti andare incontro a delle sorprese (non necessariamente brutte: a me ha cambiato la vita, in meglio).

  • Ti è venuto il dubbio che non funzionasse, e così lo hai invalidato.

Qualche giorno fa una persona mi ha chiesto un consiglio su di una questione. Aveva acquistato un talismano, ma non era sicuro di averlo ‘attivato’ nel modo corretto. Mi ha chiesto se convenisse fare qualcosa per attivarlo nuovamente, o lasciare che facesse il suo effetto. Ovviamente gli ho consigliato la prima. Perché nel momento stesso in cui dubiti che un incantesimo faccia effetto, la sua potenza svanirà.

Ogni incantesimo – indipendentemente che sia fatto con erbe, cristalli, ali di pipistrello o piedi di porco – si basa sulla convinzione ferrea della sua efficacia. È un requisito necessario (ma non sufficiente).

  • Non è in linea con il tuo destino, con il motivo per cui tu cammini su questa terra oggi (quello che io chiamo sogno dell’anima).

    Se fai un incantesimo per vincere alla lotteria, ma le conseguenze non sarebbero coerenti con le strade che devi percorrere, non funzionerà mai. Mai.

    Vedila così: fare un incantesimo è come mettere una mano sotto il rubinetto dell’acqua aperto. L’acqua muta il suo percorso verso il basso (non ho mai visto un flusso che vada verso l’alto). Ma se io anziché mettere la mano sotto il rubinetto, la metto sotto l’onda d’acqua del Vajont, posso usare tutti gli arti che voglio, ma non riuscirò MAI a mutare il suo percorso.

In effetti, penso che alla fine tutti i punti possano ricondursi, in maniera più o meno generale, a quest’ultimo: un incantesimo funziona se ti porta a fare un passettino avanti nella strada che la vita ha in serbo per te.

Eh, ma che sfiga! Comodo così!
Se questo è stato il tuo pensiero, vorrei provare a darti un’altra interpretazione.

Siamo cellule di Madre Terra, e pertanto di un organismo vivente. Possiamo essere cellule del cervello, del cuore, del pancreas, della pelle, ma sempre di cellule si tratta. E ogni organismo tende all’equilibrio.

Se sono una piastrina e faccio il mio compito di piastrina, tutto ciò che ho intorno mi aiuterà in questo: perché come singolo, sono importante per l’organismo complessivo.

La diretta conseguenza è che, se sono una piastrina ma voglio agire come la cellula che compone l’unghia del mignolino del piede sinistro, avrò qualche difficoltà. Perché sto portando squilibrio.

Da questo ragionamento emerge un’altra cosa, di cui ho parlato in maniera più approfondita nell’articolo Quattro cose che non puoi ignorare sulla Magia. Se da fantastica e utilissima piastrina muto e divento un cancro, si scatenerà un meccanismo di compensazione. Morirò, portandomi dietro magari tutte le altre cellule attorno, ma morirò.

Madre Terra è un organismo che tende all’equilibrio.
Se c’è uno squilibrio da qualche parte, semplicemente mette in atto un meccanismo di compensazione.

Ecco, funziona lo stesso per gli incantesimi.
L’energia non si crea e non si distrugge, la si può solo trasformare (e dunque, dirigere) in qualcosa di diverso.
Se con un incantesimo sposto una certa quantità di energia in qualcosa, lo stesso quantitativo di energia dovrà essere rimessa al suo posto. Quindi verrà presa da qualche parte.

In poche parole, ogni incantesimo ha un prezzo.

Ed è giusto che io sappia che, quando lo faccio, mi verrà chiesto qualcosa in cambio, per mantenere l’equilibrio.

C’è un ultimo punto della nostra classifica, ma che in realtà sta a corollario e premessa di tutti gli altri.
Assicurati di fare un incantesimo solo quando hai veramente bisogno di qualcosa.
Stai chiedendo al Mondo di venire in tuo aiuto, di accelerare – mai mutare in modo permanente – il corso delle cose per esprimere al meglio un desiderio.

Questo implica uno sforzo, non solo da parte tua. Abbi rispetto di ciò che sei e della nostra Madre.

 

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