Finalmente una serata per te.
I tuoi non ci sono e puoi praticare in santa pace. Passeggi nel tuo giardino alla ricerca di ispirazione.
Vuoi fare un incantesimo per trovare, finalmente, un fidanzato non completamente squilibrato, qualcuno che ti rispetti e non ti renda un cervo a primavera.
In casa hai già dei petali di rosa essiccati e della verbena, ma vorresti aggiungere un ingrediente in più, un pizzico di personalizzazione al tuo incantesimo.
E per farlo hai deciso di affidarti a LUI, l’intuito, l’infallibile forza stregonica che non ti abbandona mai.
Ti guardi intorno alla ricerca di una pianta che possa fare al caso tuo. E un dolce profumo di miele attira la tua attenzione.
L’oleandro di tua nonna illumina un angolo del giardino, con i suoi bellissimi fiori rosa.
Ah! Ecco cosa ci vuole!
Colta da eroico furore, ne strappi a mani nude alcune foglie coriacee. Sia verdi che secche, per alternare. E ovviamente i fiori, quei petali così delicati.
Un po’ del lattice secreto dalla pianta ti cade sulle mani, ma non te ne curi. Ringrazi la pianta con un piccolo inchino e scappi in casa.
Ti metti al lavoro: una parte del raccolto finisce in infuso, insieme ai fiori. Per una pozione che ti faccia vedere, in sogno, chi sarà il tuo amato.
Poi prepari un unguento, mischiando l’infuso di foglie e fiori con olio d’oliva (rigorosamente extra-vergine) e cera d’api. Lo spalmi generosamente su tutto il corpo.
Infine, siccome la prudenza non è mai troppa, accendi un carboncino e inizi a bruciare i resti delle foglie.
La pozione è amara ma la trangugi lo stesso.
Dopodichè ti metti davanti al tuo altare, in meditazione e ascolto.
E nell’ordine:
- le mani iniziano a prudere e bruciare terribilmente.
- Anche le labbra ti prudono e si gonfiano come un canotto. Lo stesso fa la gola.
- Inizi ad avere nausea. Forte. Molto forte.
- Anzi, ora si tratta proprio di conati di vomito.
- Ti gira la testa. Tanto che non puoi alzarti per andare in bagno a espellere il “residuo” del tuo incantesimo, e lo rilasci direttamente sull’altare.
- Il cuore inizia ad accelerare. Un po’ troppo, in effetti. Tra poco rallenterà in maniera pericolosa, ma non sarai già più cosciente per rendertene conto.
- Ti senti confusa e non riesci a mettere a fuoco. Resti sul pavimento.
- Se non ti trovano nell’arco di qualche ora, sei morta.
Questa è la storia, un po’ colorita, di un’intossicazione imbarazzante.
Non sono mai arrivata a questi livelli di pirlaggine, ma di idiozie per eccesso di fiducia nell’intuito ne ho fatte anche io, come ho scritto qui. Fortunatamente le racconto ancora tutte.
Ho volutamente esasperato le reazioni fisiche derivanti dall’intossicazione, ciononostante, l’oleandro è una delle piante più tossiche che si possano trovare nei nostri giardini e prati. Nota che ho detto una delle, non l’unica pianta tossica.
Ce ne sono altre.
Pasticciare, soprattutto nel caso di preparati alimentari come gli infusi, può costare molto caro.
Usa solo erbe che conosci bene e di cui hai studiato i possibili effetti indesiderati. Se non le conosci, NON ingerirle. Anzi, in effetti, meglio se non le tocchi proprio.
Un abbraccio.
Luce
Se vuoi portare assieme a me un po’ di Magia nel mondo, condividi questo articolo.
Grazie di Cuore.
Leggi anche: La lezione della Montagna