Road to Yule, 4 di 8: proteggere il tuo giardino sacro

Premessa: questo articolo è parte del percorso Road to Yule – Piccolo manuale di sopravvivenza all’inverno, che ho sviluppato in collaborazione con l’Accademia delle Arti Magiche di Torino. Prima di continuare nella lettura, ti consiglio di andare a leggere qui l’introduzione al percorso e la sfida della prima settimana.

Mia cara Anima in Cammino, 

siamo arrivati a metà del percorso Road to Yule. Nelle settimane scorse abbiamo:

  • preparato un incenso per purificare casa e oggetti importanti
  • sperimentato un olio da massaggio contro l’ansia e le emozioni pesanti
  • ragionato sulle diverse sfumature del lasciar andare e ti ho dato qualche spunto per creare i tuoi rituali sul tema.

Spero che tu abbia tratto beneficio dalle pratiche e dalle erbe che ti ho consigliato.
Oggi vorrei parlarti di come proteggere i tuoi confini emotivi.

Ma insomma, Luce, mi hai detto che sono pochissime occasioni in cui si ha bisogno di protezione! Deciditi!

Hai ragione. Ma in questo caso non sto parlando di proteggersi dalle entità negative, da chissà che influssi maligni o dall’invidia degli altri. Sto parlando di qualcosa di più sottile – ma non meno dannoso.

Quante volte ti capita di pensare a una persona – un collega, un amico, un parente, talvolta anche il partner – e provare disagio all’idea di sentirla o vederla perché sai che si lamenterà con te dei suoi problemi lasciandoti addosso un senso di pesantezza e irritazione?

A me succede con alcuni parenti stretti, ai quali sono molto legata. Purtroppo, infatti, sono le persone a cui vogliamo più bene che ci portano in stati simili. Non lo fanno volontariamente. Ma succede. 

E sarebbe un gran peccato se, dopo tutta la fatica fatta nelle ultime tre settimane per “ripulirti”  e ri-ottenere un po’ di equilibrio interiore, tornassi ad essere il cestino della spazzatura emotivo di qualcun altro.

La tua interiorità dovrebbe somigliare a un giardino sacro in cui sperimentare la connessione con il Divino, non alla discarica comunale.

Ma se entriamo in risonanza empatica con tutti coloro che ci circondano, senza avere la capacità di schermarci, diventeremo alla lunga delle barche a vela in mezzo all’oceano in tempesta. In completa balìa di energie pesanti che non ci appartengono.

PROTEGGERE I TUOI CONFINI EMOTIVI

La prima regola è vecchia come il mondo: ascoltati.
Quando senti che succede, rivolgi la tua attenzione all’interno e chiediti  perché stai permettendo al malumore di qualcun altro di prendere spazio nel tuo giardino sacro.

Anche la seconda regola non è esattamente una perla new age: rispettati.
Impara a trattare te stessa con lo stesso rispetto che riservi agli altri.
Se ci sono dei momenti in cui senti il bisogno di stare da sola, o in cui ti senti più fragile, più “esposta” al giudizio degli altri, non c’è niente di male nel prenderti del tempo per te, per stare da sola e riflettere.

Non devi sempre essere disponibile per tutti. 

Ripeto: Non. Devi. Sempre. Essere. Disponibile.

Per quanto l’idea possa far paura, il mondo andrà avanti lo stesso anche senza di te.

Detto questo, mi rendo conto che ci possono essere dei momenti in cui senti – o pensi – di non poter agire diversamente da come stai facendo.

Di non avere la forza, o la capacità, per estraniarti dalla situazione in cui vivi.

Magari ti trovi a dover condividere spazi e tempi con qualcuno che non ti è più affine., o a prenderti cura di qualcuno che è in uno stato di sofferenza e malessere – fisico o mentale – che, più o meno volontariamente – riversa anche su di te.

Proprio per questo, oggi vorrei proporti un piccolo amuleto che ti aiuti a proteggere i tuoi confini. 

UN AMULETO CONTRO LA NEGATIVITÀ

Ti occorreranno:

  • un quadrato di stoffa nera di origine naturale, come cotone o lino.
  • due parti di coccole di Ginepro (le bacche nere, per intenderci).
  • una parte di aghi di Rosmarino
  • una parte di Lavanda o di Achillea
  • qualche chicco di sale grosso
  • spago vegetale

Il nero, come ho scritto in “I colori in Magia“, è il colore più adeguato quando si vuole assorbire la negatività e lavorare con incanti di protezione.

Ginepro – Juniperus Communis – è il protagonista indiscusso di questo sacchetto.
È un sempreverde comune nel centro Europa e nella macchia mediterranea, in zone sassose ed esposte al sole. Cattabiani ci racconta che questa pianta fosse già cara a greci e romani per la sua capacità di allontanare i pericoli, sia fisici che spirituali.
In greco era chiamato arkéuthos, dal verbo arkéo “allontanare, respingere un pericolo”. E infatti si attribuiva al succo delle sue foglie la capacità di allontanare i serpenti e di guarire le ferite  del corpo.
Ancora alla fine del 1800 si utilizzavano le fumigazioni con questo legno per allontanare i morbi e le pestilenze dagli ospedali.

In magia, Ginepro è utilizzato negli incantesimi di protezione e nei momenti in cui è necessario riottenere forza, sia fisica che spirituale.
Qualora non riuscissi a procurartene le coccole, puoi sostituirlo con una miscela di Ruta (l’Herba de Fuga Demonis di cui ti ho parlato in questo articolo) e Iperico, ma ti consiglio di darti un po’ da fare per cercarlo.
Una parte importante dei rituali, infatti, è costituita dall’impegno profuso per la loro realizzazione.

Quelle meraviglie della natura che sono Rosmarino e Lavanda dovresti già conoscerle grazie ai precedenti articoli di Road to Yule (se così non fosse, vai a recuperare: è importante seguire tutti i passaggi del percorso). Il sale, infine, aiuta ad assorbire la negatività.

Utilizza le erbe già secche. Le quantità sono da regolare in base alla dimensione del sacchettino, dato che dovrai portarlo in tasca o in borsa, ti consiglio di mantenere contenute le dimensioni.

Benedici e ringrazia le erbe, inseriscile nella stoffa e chiudila a sacchetto con un po’ di spago vegetale. una volta pronto, incanta il sacchetto trasferendogli il tuo intento (se non sai di cosa io stia parlando, leggi l’articolo “Incantare una preparazione“).

Quando ti trovi di fronte a un “attacco” più o meno deliberato al tuo giardino interiore, stringi forte il tuo sacchettino. Sforzati di vedere, sentire  la carica di energia pesante che, anziché circondarti ed entrare dentro te, viene assorbita dal sacchetto.

Portalo con te per circa tre mesi, dopodiché aprilo e rendi tutti gli ingredienti alla Terra.

NON È FINITA QUI

Mi permetto, però, di proporti una piccola aggiunta. Durante la settimana conta quante volte fai uso del sacchettino. Annotati con chi, e in quali situazioni, hai avuto bisogno di stringerlo.

Dopo il primo mese ripassa quanto hai scritto. 
Se nell’elenco trovi uno schema ripetuto, se compaiono sempre le solite persone o occasioni, chiediti come mai ti ostini a circondarti di persone che sfruttano la tua “empatia” o disponibilità.

Per crescere non basta allontanare le persone “negative” dalla tua vita.

Devi capire i motivi profondi per cui quel tipo di persona è attratta da te.
E puoi farlo solo tu.

L’autunno ci insegna l’importanza di tagliare i rami secchi, per poter sopravvivere all’inverno.
Road to Yule può darti dei consigli pratici.

Ma le forbici restano nelle tue mani.

Un caro abbraccio,

Luce

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Grazie di Cuore.

Leggi anche: Il segreto per incantare le erbe in sicurezza: i due maestri

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