Premessa: questo articolo è parte del percorso Road to Yule – Piccolo manuale di sopravvivenza all’inverno, che ho sviluppato in collaborazione con l’Accademia delle Arti Magiche di Torino. Prima di continuare nella lettura, ti consiglio di andare a leggere l’introduzione al percorso e la sfida della settimana scorsa, dedicata alla purificazione emotiva.
Mia cara Anima in Cammino,
com’è andata la preparazione dell’olio da massaggio?
Se non sai di cosa sto parlando, torna all’articolo della settimana scorsa e corri a sperimentare.
Questa settimana vorrei addentrarmi in una tematica molto importante e perfettamente in linea con le energie di questo momento: il lasciar andare.
Il periodo di passaggio tra autunno e inverno è infatti il momento migliore per tagliare i rami secchi, separarci da ciò che ci appesantisce e che non ci è utile per prepararci alla rinascita.
Purtroppo si tende a inserire sotto questo tema un “minestrone” di intenti diversi, con il conseguente rischio di pasticciare con rituali assolutamente non adeguati allo scopo.
Per mia esperienza, “lasciar andare” può voler dire almeno tre cose diverse:
- Abbandonare o disfarti di una situazione o un’abitudine che non è più funzionale, o addirittura dannosa. L’intento è quello di mettere un bel muro tra noi e l’abitudine (o situazione) oggetto del nostro rituale, in modo che non si ripresenti più.
NOTA: parlo di abitudini e situazioni, non di persone. Se arrivi ad avere paura di qualcuno, lascia stare (momentaneamente) gli incantesimi e rivolgiti alle forze dell’ordine.
- Lasciar andare l’attaccamento nei confronti di un qualcuno a cui teniamo, ma che sentiamo non essere più in linea con il nostro percorso. Può essere il caso, ad esempio, in cui ci troviamo dopo la fine di una relazione a dover rilasciare il nostro attaccamento verso l’ex partner, augurandogli però tutto il bene possibile.
- Rilasciare tensione, nervosismo e tristezza dopo una giornata difficile.
Come vedi, sotto lo stesso “cappello” possono entrare tanti propositi diversi, che richiedono rituali altrettanto diversi.
Prendere un generico rituale per “lasciar andare” e praticarlo per tutte le occasioni rischia di essere inefficace, inefficiente o addirittura dannoso.
Ad esempio, fare un rituale con il Fuoco per lasciar andare un po’ di tensioni quotidiane equivale a trapanarsi il cranio con un martello pneumatico per curare il mal di testa.
In questo articolo, anziché proporti una ricetta o un rituale specifico, mi piacerebbe raccontarti di come io ho gestito queste situazioni, quando mi ci sono trovata.
Spero che questo ti possa offrire qualche spunto, ma ricorda che questa è la mia vita: prendi ciò che ti risuona, lascia andare il resto e trova la tua via, in base alla tradizione che segui.
Lasciar andare un’abitudine dannosa
Quando ho necessità di allontanare in modo deciso qualcosa dalla mia vita, solitamente ricorro alla forza distruttiva dell’elemento Fuoco.
Lo scorso Samhain ho deciso di chiudere alcuni ponti con il passato e con alcuni modi di fare, pensare ed insicurezze che mi portavo dietro da troppi anni. Ho acceso una candela nera e l’ho messa in un piccolo paiolo di rame che uso per i lavori magici.
Dopo essermi centrata e focalizzata sul mio intento, ho scritto su dei pezzi di carta ciò che volevo lasciar andare, specificando bene di cosa si trattasse. Ho scritto al presente, indicando non quello che volevo ottenere, ma proprio l’attitudine di cui volevo disfarmi, tra cui “rimando sempre le cose importanti” e “non mi sento all’altezza delle situazioni”.
Ho usato la mia energia per caricare i piccoli bigliettini con tutto il significato, il dolore e la frustrazione che quelle abitudini mi davano. Dopodichè, usando la fiamma della candela, ho bruciato completamente tutti i pezzi di carta, lasciando che il Fuoco portasse via quel che non serviva più.
Lasciar andare qualcuno
Circa un anno fa, in un periodo un po’ turbolento della mia vita, mi è capitato di dover dire addio a una persona che mi era molto cara.
Nonostante sapessi che la relazione non era più funzionale, e che c’erano ottimi motivi per prendere strade diverse, facevo fatica – molta fatica – a distaccarmi a livello emotivo da questa persona. Come se un filo invisibile ci tenesse ancora legate, impedendoci di trasformare la nostra relazione in qualcosa di meno doloroso e distruttivo.
Ho chiesto aiuto all’Aria perchè ci lasciasse libere entrambe. Ho preparato un incenso con:
- Resina di abete e pino per purificare.
- Timo, perchè il distacco richiede coraggio.
- Lavanda per riottenere serenità.
- Petali di rosa che ricordassero l’affetto che c’era tra noi.
- Achillea, per ricordarmi di tutelare i miei confini e prendermi più cura di me.
Ho bruciato l’incenso sul mio altare, ringraziando per il tempo che mi era stato concesso con questa persona. Ho passato sul fumo tutti gli oggetti che mi legavano a lei e ringraziato per ogni singolo momento, per tutto quel che avevo appreso, per ogni sorriso e ogni abbraccio condiviso. E poi ho chiesto al Vento di portarla verso altre strade, verso altre opportunità che la rendessero felice e libera.
Lasciar andare le tensioni quotidiane
Questo tema si avvicina molto a quello di cui ti ho parlato la settimana scorsa, quindi non mi dilungherò molto. Ci sono varie possibilità e ricette per lasciar andare le tensioni. Personalmente preferisco lavorare con l’Acqua o l’Aria – o ancora meglio, con entrambe.
Alla sera, ad esempio, mi piace interrompere il momento lavorativo con un bagno rituale. Per purificarmi, soprattutto se devo operare a livello magico, prima della doccia faccio uno scrub fatto con sale grosso, olio di cocco (ma va bene anche un po’ di olio d’oliva o mandorle, se non hai altro) e una mistura di lavanda e salvia triturate.
In alternativa, oltre all’olio contro la rabbia di cui ti ho dato la ricetta la settimana scorsa, puoi usare degli incensi: dai un’occhiata a quello che ti suggerivo nell’articolo “Periodo da schifo? Ecco l’incenso che può aiutarti“.
LA SFIDA: DUE DOMANDE PER SETTE GIORNI

A volte però siamo così confusi e distaccati da noi stessi da non sapere con certezza di cosa vogliamo liberarci.
Proprio per questo motivo, vorrei lasciarti con una piccola sfida per questa settimana.
Prova, ogni sera, a dedicare cinque minuti all’introspezione.
Procurati un quaderno nuovo. Trova un momento di calma e possibilmente di silenzio. Poni attenzione al tuo respiro e connettiti alla Terra sotto i tuoi piedi. Sgombra la mente, lasciando che i pensieri fluiscano in libertà, senza dare loro importanza.
Quando sei centrata, chiediti una sola cosa:
Che tipo di persona voglio essere?
Annota il risultato su un quaderno.
Scrivi tutto ciò che ti viene in mente, senza pensarci. Lascia che la penna dia forma alle emozioni.
Senza rileggere quanto hai scritto, prenditi un secondo per ricentrarti e chiediti:
Che cosa mi ostacola dal diventarlo?
Accogli, anche in questo caso, tutto ciò che ti arriva. Avrai tempo e modo per razionalizzare in seguito.
Quando avrai finito di scrivere, posa la penna, ringrazia e resta ancora un attimo in ascolto. Annota infine le sensazioni che hai provato nel fare questo piccolo rituale.
Fallo ogni sera, per una settimana. Non preoccuparti se ti verrà da scrivere sempre le stesse cose: fallo lo stesso e ascolta come questo ti fa sentire.
Al termine della settimana, rileggi tutto ciò che hai scritto. Cerca di comprendere il filo rosso che lega i vari scritti e, soprattutto, ciò che ti blocca. Vai oltre le singole parole, estraine il significato profondo.
Solo a quel punto potrai lavorare per togliere le zavorre – quelle vere – che ti impediscono di volare.
Un caro abbraccio,
Luce
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Grazie di Cuore.
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